La gotta

La gotta

Alti livelli di acido urico nel plasma (≥7 mg/dL per gli uomini e ≥6.0 mg/dL per le donne) sono un prerequisito per stabilire la condizione di iper-uricemia con il possibile sviluppo di gotta. Tuttavia, va evidenziato che solo una minoranza dei soggetti con iperuricemia sviluppa la gotta. REF 1; 2
L’acido urico è un composto organico endogeno prodotto dai mammiferi, compreso l’uomo, il quale si forma nel fegato e viene escreto principalmente, per il 65-75%, dai reni e per il 25-35% dall’intestino, come risultato del metabolismo purinico. REF 2
Il sovraccarico di cristalli di urato a livello sierico, può determinare il deposito a livello delle articolazioni, innescando una reazione infiammatoria, con la comparsa di una patologia detta artrite.

A questa condizione si associano una serie di comorbidità come la malattia renale cronica, l’obesità, il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.
La prevalenza della gotta è in aumento in tutto il mondo, in particolare nei paesi sviluppati. Più comune negli uomini ma dopo la menopausa, il rischio aumenta anche nelle donne, per un ridotto livello di estrogeni, responsabili dell’eliminazione di urato attraverso le urine.
Generalmente la prima articolazione colpita è la metatarso-falangea, indicata come ‘podagra’; gli attacchi successivi coinvolgono articolazioni aggiuntive come il ginocchio. Gli individui interessati possono manifestare i sintomi in modo sporadico o periodico (mesi) oppure a rapida insorgenza (oltre 12-24 h) con dolore acuto, associato ad eritema e tumefazione; gli attacchi estesi o poli-articolari possono causare febbre. Altre sequele associate alla condizione di iperuricemia e di gotta cronica persistente, sono lo sviluppo di calcoli renali di urato e la nefropatia gottosa.
L’impatto della gotta sulla vita dei pazienti e delle loro famiglie può essere notevole se gli attacchi acuti non sono controllati. Il dolore intenso al momento della riacutizzazione può essere debilitante, può portare i pazienti ad isolarsi da coloro che li circondano per limitare il contatto fisico, così come alla ridotta auto-efficacia nella cura personale. La gotta può anche influenzare notevolmente la condizione lavorativa. REF 1

In tale stato patologico, ruolo rilevante è rappresentato dalla genetica, responsabile per il 60-90% dei casi, ma anche altri fattori possono essere coinvolti, come alcuni farmaci, i fattori ambientali e in particolare l’influenza della dieta.
Nei soggetti con iperuricemia l’alimentazione può influenzare i livelli di urato sierico; l’ingestione di fonti alimentari ricche in purine come le carni rosse, i frutti di mare, i prodotti industriali-trasformati, come snack dolci e bevande ricchi in fruttosio e sorbitolo ma anche alcuni liquori, in particolare la birra, sono responsabili dell’aumento dei livelli di urato nel siero, riducendone l’escrezione. REF 1; 2
Sono state identificate anche fonti alimentari, capaci di ridurre la concentrazione di urato come i prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grassi, grazie alle proteine (lattoalbumina e caseina), le quali mostrano un effetto uricosurico.
E’ stata osservata una relazione inversa anche tra l’assunzione di caffè e la concentrazioni UA; tale associazione sembra essere dovuta non alla caffeina ma ad altre sostanze, come l’acido clorogenico. REF 1; 2

Inoltre un potenziale effetto benefico è stato associato al consumo di alcuni ortaggi, che grazie alla presenza di fibra, favoriscono l’escrezione renale di acido urico. REF 4
In studi osservazionali, la somministrazione di vitamina C (500 mg / die per 8 settimane) è stata ritenuta responsabile di un cambiamento nel sistema di trasporto dell’anione nel tubulo prossimale del rene, con la conseguente riduzione dei livelli di urato. Prima di essere adoperata come opzione (modalità) di trattamento, sono necessari ulteriori studi. REF 1; 2
Una diminuzione della concentrazione di acido urico nel plasma determina un miglioramento della sensibilità di alcuni ormoni come l’insulina, riducendo così il rischio delle comorbilità associate a tale patologia. REF 2
L’elevato consumo di bevande analcoliche ricche in fruttosio e sorbitolo, oltre ad essere un fattore di rischio per l’iper-uricemia- gotta sono responsabili dell’aumento di rischio per l’obesità, il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e la condizione di fegato grasso non alcolico (NAFLD). REF 3

ALIMENTI DA EVITARE
-Conserve di pesce (es.alici, aringa)
-Carni rosse (vitello, montone, maiale, capra, frattaglie ecc)
-Carni trasformate (insaccati)
-Crostacei e frutti di mare
-Prodotti da forno, snack, bevande analcoliche
-Alcolici (in particolare la birra)

BIBLIOGRAFIA
REF 1-Robinson PC et al., “Gout: Joints and beyond, epidemiology, clinical features, treatment and co-morbidities”, Maturitas., 2014 Aug;78(4):245-251;
REF 2- De Oliveira EP et al., “High plasma uric acid concentration: causes and consequences.”Diabetol Metab Syndr., 2012 Apr 4; 4: 12;
REF 3- Bray GA, “Energy and fructose from beverages sweetened with sugar or high-fructose corn syrup pose a health risk for some people”, Adv Nutr., 2013 Mar 1; 4(2):220-5;
REF 4- Holland R et al., “Comprehensive dietary education in treated gout patients does not further improve serum urate”, Intern Med J., 2015 Feb; 45(2):189-94.

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