Settembre 2015
- BY Keyum
- Blog, Patologie alimentari
I calcoli biliari sono una malattia caratterizzata dalla presenza di calcoli nella cistifellea. Nei paesi occidentali, l’incidenza dei calcoli biliari prevalentemente composti da colesterolo va dal 5,9% al 21,9% ed in Asia dal 3,1% al 10,7%. Inoltre, la loro presenza può causare l’insorgenza della colica biliare e, nelle situazioni più gravi, della colecistite acuta, della pancreatite e di altre complicazioni. REF 1
Tre tipi di anomalie sono stati considerate responsabili della formazione di calcoli biliari di colesterolo: la sovrasaturazione del colesterolo, per un’eccessiva biosintesi indotta dal meccanismo di litogenesi nelle persone obese; nei soggetti non obesi, tale fenomeno può essere associato ad un difetto dell’enzima responsabile della biosintesi degli acidi biliari e dell’eliminazione del colesterolo portandone ad una eccessiva secrezione. Infine, l’interruzione temporanea della circolazione enteroepatica degli acidi biliari potrebbe aumentare la saturazione bile. Durante il digiuno o durante la notte si ha un più alto rapporto colesterolo / fosfolipidi nelle vescicole secreti dal fegato. REF 2
I calcoli possono avere differenti dimensione e forma, piccoli come un granello di sabbia o grandi come una pallina da golf. In base alla loro composizione chimica possono essere suddivisi in tre categorie: cristalli di colesterolo puri che contengono almeno il 90% colesterolo; cristalli con pigmento marrone o nero, che contengono almeno il 90% bilirubina e cristalli a composizione mista, che contengono proporzioni variabili di colesterolo, bilirubina e altre sostanze come carbonato di calcio, fosfato e palmitato di calcio, acido urico, magnesio e ossalato. REF 1; 2.
Anche se vi sono molte cause, principalmente la formazione di calcoli biliari di colesterolo, è dovuta allo squilibrio dei suoi componenti: acidi biliari e lecitina. Quando i livelli di colesterolo sono troppo elevati nella bile, quest’ultima si satura e si verifica la cristallizzazione del colesterolo. Successivamente i cristalli precipitano sotto forma di aggregato e, nella cistifellea, diventano calcoli biliari. Anche altri fattori possono promuovere tale processo, come la disfunzione della motilità della colecisti.
È una delle malattie digestive più comuni nella società moderna, con una prevalenza del 10% -15% tipica della popolazione adulta. La più alta incidenza di calcoli biliari si registra tra i 40-49 anni. In particolare le femmine sono a più alto rischio di sviluppo di colelitiasi rispetto agli uomini, con un rapporto femmine: maschi di 8: 1. REF 1
Questo dato è correlato all’aumento dei livelli degli estrogeni, in seguito alla gravidanza o alla terapia ormonale o l’uso di contraccettivi ormonali che possono aumentare i livelli di colesterolo nella bile e diminuire il movimento della colecisti, con la conseguente formazione di calcoli biliari. REF 1; 2
Fattori di rischio significativi sono l’obesità, i disturbi cardiovascolari (CVD), la sindrome metabolica (iper-trigliceridemia, insulino-resistenza), il diabete di tipo 2, le errate abitudini alimentari, la storia familiare e l’inattività fisica. REF 3; 4
E’ una malattia multifattoriale che può essere influenzata sia positivamente che negativamente dalla dieta, svolgendo un ruolo centrale nella patogenesi. REF 4
Dal punto di vista dell’alimentazione, un regime alimentare di tipo occidentale che comporti un aumento dell’assunzione di grassi saturi, di carboidrati raffinati, di sale e una diminuzione del contenuto di fibre è certamente un fattore di rischio per lo sviluppo di calcoli biliari REF 2; 3
Anche un elevato apporto di acidi grassi trans può causare un profilo lipidico squilibrato che è associato alla formazione di calcoli biliari. REF 4
Un elevato apporto di acidi grassi, soprattutto di origine animale, può portare alla perdita di acidi biliari nelle feci e alla diminuzione della funzionalità della bile. REF 3
In particolare, il consumo eccessivo di carne, ricca di colesterolo e di acidi grassi saturi è ritenuto un fattore di rischio per la formazione di calcoli. Una dieta ricca di colesterolo può portare ad un aumento dei livelli di lipidi nel sangue e un aumento della formazione dei calcoli biliari di colesterolo, associato ad un alterato metabolismo del fegato e del trasporto del colesterolo dagli epatociti alla cistifellea. Il principio attivo di questo estratto ha il compito di prevenire la formazione di cristalli di colesterolo e la riduzione della secrezione della bile e il trasporto degli epatociti alla colecisti, normalmente indotta da una dieta litogenetica. REF 1
Infine uno stile di vita sedentario e l’inattività fisica sono determinanti per lo sviluppo dei calcoli biliari. Studi condotti per 5 anni hanno dimostrato che intraprendere un’attività fisica regolare comporta una riduzione del rischio di litiasi pari al 70%. REF 2; 3.
Per quanto riguarda gli alimenti protettivi invece, è stata focalizzata l’attenzione sul pesce di mare e sull’olio di pesce, fattori protettivi contro la formazione di calcoli di colesterolo. Gli acidi grassi poli-insaturi a lunga catena della serie 3 (n-3 PUFA) diminuiscono la saturazione del colesterolo biliare.
La supplementazione dietetica degli n-3 PUFA ha un effetto benefico sulla litogenesi della bile in particolare nelle donne obese durante la perdita di peso.
Anche la fibra (in particolare la crusca), gli oligosaccaridi, gli steroidi come le saponine (presenti nei legumi) e gli steroli vegetali (presenti nell’olio extravergine di oliva, di mais e di soia), influenzano negativamente la sintesi di nuove molecole di colesterolo e la loro saturazione, e sono quindi protettivi nei confronti della formazione di calcoli biliari. REF 4
La fibra alimentare, in particolare quella insolubile, riduce il tempo di transito intestinale, quindi la flora batterica presente nel colon dispone di tempi ridotti per produrre acidi biliari secondari e di conseguenza si ha un ridotto riassorbimento e un effetto inibitorio sulla cristallizzazione del colesterolo biliare. REF 3; 4
Tra gli alimenti protettivi, va citato il pepe lungo (Piper longum L.) che sembra essere in grado di svolgere un ruolo importante nella prevenzione della formazione di calcoli biliari e principalmente quelli composti da colesterolo.
PREVENZIONE DELLA LITIASI DELLA COLECISTI
ALIMENTI DA LIMITARE:
-carboidrati raffinati
– alimenti ricchi di acidi grassi saturi
-carni grasse
ALIMENTI DA PRIVILEGIARE:
-frutta e verdura
-olio extravergine di oliva o di soia
-legumi
-cereali integrali
CONSIGLI PER PAZIENTI CON CALCOLOSI BILIARE
-mantenere il giusto peso
-assumere una corretta quantità di fibra
-consumare pasti leggeri aumentandone, se necessario, la frequenza
-limitare al massimo intingoli grassi, carni rosse, salumi
-limitare il consumo di uova
BIBLIOGRAFIA
REF 1- Song XY et al., “Piperine prevents cholesterol gallstones formation in mice”, Eur J Pharmacol., 2015 Mar 15; 751:112-7;
REF 2- Njeze GE, “Gallstones” Niger J Surg., 2013 Jul; 19(2):49-55;
REF 3- Sachdeva S et al., “Lifestyle and gallstone disease: scope for primary prevention”, Indian J Community Med., 2011 Oct; 36(4):263-7:
REF 4- Méndez-Sánchez N et al., “Role of diet in cholesterol gallstone formation”, Clin Chim Acta., 2007 Feb; 376(1-2):1-8.